La tassa di successione è un’imposta che gli eredi si ritrovano a dover pagare sul patrimonio, lasciato dal defunto, allo Stato.
I beni che sono tassabili sono:
– Beni immobili come case, negozi, terreni agricoli o edificabili;
– Beni mobili, comprese barche, gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali, denaro, investimenti;
– Le aziende e partecipazioni di società di ogni genere.
In base al reddito, se questo ad esempio è al di sotto dei 100 mila euro e non comprende beni immobili, non è più necessario presentare la dichiarazione di successione entro un anno dal decesso e tutto ciò ha agevolato sicuramente le successioni che riguardano patrimoni non particolarmente consistenti.
Mentre, qualora ci fossero le condizioni, ovvero un reddito superiore ai 100 mila euro, si deve presentare il modello F24 all’Agenzia delle Entrate o procedendo con la nuova successione telematica con apposito programma, da compilare con i dati del soggetto defunto e degli eredi, i beni che passano in eredità, le quote di proprietà.
Il meccanismo di applicazione di questa tassa è basata su vari fattori: il primo è la differenza tra i beni e le passività del soggetto, quindi se il defunto aveva dei mutui dobbiamo tenerne conto nel calcolo dell’imposta.
Il secondo fattore risente del grado di parentela degli eredi, quindi le aliquote dell’imposta sono tanto più alte quanto più è lontano il rapporto di parentela, mentre sono tanto più basse quanto è più stretto il rapporto.
Il motivo di questa applicazione è che si presuppone che gli eredi più stretti siano stati in contatto con la persona defunta e abbiano in qualche modo contribuito alla formazione del patrimonio esistente.
Sono state previste quattro categorie di contribuenti ognuna delle quali avrà associata un’aliquota diversa. Le categorie sono le seguenti:
– Coniuge e figli;
– Fratelli e sorelle;
– Altri parenti fino al 4° grado;
– Altri soggetti (anche estranei e non parenti).
Rateizzazione dell’imposta
La tassa di successione può essere anche rateizzata, ma si deve farne richiesta con il versamento della prima rata. L’erede può versare subito il 20% della tassa e chiedere per il resto una rateizzazione in 8 rate trimestrali o in 12, se l’importo supera i 20mila euro. Il mancato pagamento delle rate fa sì che si perda tale beneficio e che l’importo restante venga sanzionato con l’aggiunta di interessi e spese.